GT MS



GT MS è una sigla nata come maschera dietro alla quale nascondermi nel momento in cui ho cominciato a far ascoltare le cose che combino con chitarre, computer, tastiere, voce e basso, successivamente è nata l'esigenza di pubblicare anche ciò che scrivo ormai da tempo, pensieri poesie e brevi racconti.
La sua naturale evoluzione musicale è stata la nascita di GT MS Music. Ora qui puoi trovare i miei scritti e là la mia musica.

Gualtiero

sabato 19 luglio 2014

Notte silenziosa

Qui non sento altro
Che i cani abbaiare
A una luna che io non vedo
Ma da qualche parte sarà.
In lontananza qualcuno balla
Su ritmi che non distinguo
Ma che temo di conoscere.
In tutto questo silenzio
Faccio comunque fatica
 A sentire il rumore
 Dei miei pensieri
 Che nascono e muoiono
In un istante
E non c'è nessuno a piangerne
Il ricordo, resta solo
Un buco nel mia testa.
Da lì passa un po' d'aria
Che mi rinfresca le idee
E, quando si alza un po'
Di vento si può sentire anche
Un sottile fischio sordo
Come una teiera sotto una coperta.

BigG

lunedì 23 settembre 2013

Musica

Ho sentito un violino stamattina,
un trillo, per essere precisi.
Non so da dove venisse,
se ci fosse realmente
o solo nelle orecchie 
del mio sonno.
Ho sentito un violino che intonava
una strana musica, un che di medio orientale,
qualcosa legato al deserto,
un sapore di sabbia, un muoversi come dune.
Un suono squillante, eppure profondo,
affilato, eppure dolce,
forte, ma delicato.
Ma la musica continuava
e mi portava via,
altri panorami,
altri sapori, altri colori,
altre temperatura,
un alternarsi continuo
di ricordi e immagini,
come se pescasse
direttamente da un immaginario
album di famiglia,
non la mia, ma una a me cara,
una che conoscevo,
una che amavo.

BigG

Ricordi

Restano appesi, alcuni pensieri,
restano avvinghiati alla tua mente
come le ultime foglie all'inizio
dell'inverno.
Io ricordo, ricordo tutto,
non lascio scappare nulla,
la mia memoria è come
un filtro, tutto entra, nulla esce.
Così ricordo ogni mortificazione,
ogni errore commesso,
ogni volta che ho sbagliato,
e non lascio andare nulla.
Tutte le parole dette, scritte,
cantante, date e poi ritrattate,
tutte le parole vuote,
tutte le parole.
Resta lì, l'immagine di quella volta
che avrei voluto rispondere,
di quando avrei dovuto rispondere,
di quel che avrei saputo rispondere.
Restano lì i sapori,
la bile, le lacrime e anche il sangue,
tutto impastato in un boccone
davvero difficile da digerire,
infatti,
resta lì e marcisce, facendomi
il sangue nero, contaminando
i miei giorni a venire
senza che io riesca
a scaricarmi di questo peso,
morto.

BigG

giovedì 21 marzo 2013

Domande


Ci sarebbe da chiedersi
come sia possibile accettare,
se sia giusto accettare,
o forse dovremmo stare
tutti come i vecchi a guardare 
la vita che scorre al di là 
di una palizzata, le mani, inutili,
intrecciate dietro la schiena
e i nostri pensieri 
ben nascosti in fondo 
all'anima stanca.
Ci sarebbe da pensare.
Ci sarebbe da capire.
Ci sarebbe anche da incazzarsi,
ma oggi c'è il sole
ed io sono stanco di rabbia,
sono stanco di ansia,
sono stanco di grida,
sono stanco.
Oggi c'è il sole e io vorrei
scaldarmi un po',
vorrei sentirmi
come un bambino dopo 
una giornata al mare,
stanco e felice.
Ci sarebbe da suonare,
ci sarebbe da scrivere,
e infatti suono e scrivo
senza senso, senza motivo,
gesto apparentemente inutile,
certamente salvifico, 
probabilmente terapeutico,
sicuramente unico.
Ci sarebbe da chiedersi come,
perché, da quando soffrire
è diventata una virtù,
ma poi dovremmo ascoltare 
la risposta e capire ciò che 
ne consegue. 
Ci sarebbe un posto,
lontano, remoto, nascosto,
freddo e buio, dove tornare
per scappare, per evitare,
ma non sono più quello,
non sono più lì,
non sono più.
Ora sono di più.

BigG

3 o 4

Avrei tre o quattro cose da dire,
ma onestamente non so
a cosa possa servire ormai
se non ad aggiungere
calore alla brace
comunque morente.
Sono stato tre o quattro ore
ad aspettarti sul cilio della strada
un libro in mano,
le parole in bocca.
Sono rimasto tre o quattro anni
seduto sul dondolo
dei tempi andanti,
quello dove bambini
ridono, io no.
Sono rimasto tre o quattro vite
davanti all'altare di vari dei
che mai mi hanno risposto,
neanche un segno,
un battito, un roveto,
una semplice fiammella.
Nulla
Ora avrei tre o quattro cose da dire
ma continuo a pensare
che non serva,
che forse dovrei ancora
tre o quattro cose
che non so
e lasciar perdere il resto.

BigG

mercoledì 28 novembre 2012

Porci, porcili e porcate


C'era una volta un porcellino,
o forse tre, 
forse non c'era alcun porcellino,
ma solo una porcilaia...
C'era una volta una porcilaia,
ma senza porci che senso ha...
Non c'era una volta una porcilaia...
E qui andiamo ancora peggio!
C'ero io,
niente battute sui porci,
e una porcilaia,
un posto carino a vedersi,
un posto dove andare 
a trovare altri simili,
porci o umani che fossero.
C'ero io e parecchi porci
e alle volte non si sa più bene
se il comportarsi dei porci 
sia più umano degli umani stessi,
quindi, già che ci siamo,
caviamoci fuori dalla porcilaia,
c'ero io, un telefono
e un sacco di parole,
alcune mie e altre no,
c'ero io e non avrei voluto,
c'ero io e le mie parole 
forse non erano chiare
e quelle degli altri, porci, 
un po' troppo.
C'ero io, 
solo,
ho buttato il telefono.
C'erano dei porci
e delle persone per bene,
non bisognerebbe mai confondere
le specie,
i porci coi porci 
che poi, a mischiarcisi, ci si ritrova
tutti inzaccherati 
del fango 
altrui.
Io non c'ero più,
i porci non so
e onestamente
me ne importa 
meno che 
di una ghianda.

BigG

Confuso

Non so spiegarmelo, ma in questi giorni mi sembra non riuscire ad essere chiaro, forse questo mi rende ancora meno comprensibile. Vivo nel costante terrore di essere frainteso e di non trovare la parola giusta al momento giusto, cosa che il più delle volte mi riesce semplice.
Ora, ho fatto delle telefonate in questi giorni, telefonate che non avrei voluto fare ma di cui mi sono incaricato per cercare di evitare fraintendimenti e, ovviamente, ho ottenuto, temo, l'effetto contrario...
Non so se non sono più capace di spiegarmi o semplicemente non c'è nulla da spiegare...
Mi sento un po' inutile e incapace, minorato là dove mi credevo più forte...
Mi spiace se non sono riuscito a spiegarmi, mi spiace se non ho trovato la parola giusta, alle volte succede, anche a quelli come me che con le parole ci campano...

BigG

sabato 9 giugno 2012

Passeggiata

Camminavo lungo i bordi
del fiume pieno di paure
e l'acqua tremolava
al passare di pesci
di diverse razze, colori
e parole.
Guizzavano e salutavano
con la pinna
uccelli straniti
che sembravano
sapere dove andare
ma certo non perché.
Intanto, un passo dopo l'altro,
si era fatta notte
e non fu un bel trip.
L'alba colse tutti
impreparati, pantaloni calati,
nervi tesi, sigarette non ancora
spente che lasciavano macchie
gialle sul bordo dei tavoli
del bar in piazza
dove quattro vecchi avevano
perso il conto dei punti
ma aspettavano di morire
tra una primiera e un sette bello
bestemmiando e bevendo
ogni bicchiere come se fosse
l'ultimo... Ipotesi realistica.
Ormai il sole era alto
e si prendeva gioco delle nuvole
di sotto
facendole sudare,
piovve,
mi bagnai, ma di un bagnato sano,
non quel sudore alcolico
di certe notti brave,
di certe mattine malate,
di certi pomeriggi d'ufficio,
di certe serate da aperitivo
condito da falsi sorrisi,
da bellezza gazzelliforme,
da tette di plastica,
piatti di plastica,
sorrisi di plastica,
forchette di plastica,
vita di plastica,
morte di plastica,
bara di plastica
per una Barbie uccisa
da un Ken criptochecca
isterico.
Non so dove portasse il fiume,
ma mi piacque arrivarci
e finalmente appoggiare
il culo su una sedia morbida,
i piedi su un'altra e dormire un po'.

BigG